Centinaia di giorni di ferie non godute, una realtà amara per i medici italiani, stretti nella morsa della cronica carenza di personale e delle consequenziali problematiche organizzative che ne derivano. Secondo un recente sondaggio di Anaao-Assomed, la classe medica ha accumulato oltre 5 milioni di giorni di ferie non usufruite nel corso degli anni. In particolare, il 15% dei medici nell’area medica, il 14,8% nell’area chirurgica e il 6,5% nell’area servizi e dirigenza sanitaria, si trovano con più di 120 giorni di ferie arretrate.
Questo problema della carenza di personale sanitario è stato sollevato anche durante un Question Time alla Camera, dove il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro per affrontare questa situazione e adottare nuove proposte normative prima dell’estate.
La mancanza di professionisti sanitari genera un effetto domino, causando rischi per la salute fisica e mentale dei medici, con possibile burnout e casi di malpractice dovuti allo stress quotidiano. Inoltre, si verificano spostamenti di personale non idoneo alle mansioni richieste, come oculisti spostati nei Pronto Soccorso.
A questo si aggiunge un problema economico, sia per il professionista che per l’azienda. Le strutture sanitarie tendono a negare la monetizzazione delle ferie non godute al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Tuttavia, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che la Direttiva 2003/88/CE, che regolamenta gli orari di lavoro nel settore pubblico, vieta solo la monetizzazione delle ferie durante il rapporto di lavoro e non impedisce il riconoscimento dell’indennizzo per le ferie non godute dopo la cessazione del rapporto.
Pertanto, i medici hanno il diritto di richiedere il pagamento delle ferie non godute dopo aver terminato il rapporto lavorativo. La giurisprudenza ha confermato tale diritto e i legali di Consulcesi & Partners hanno ottenuto sentenze favorevoli da diversi Tribunali, con condanne delle aziende a pagare fino a 56.000 euro, oltre al rimborso delle spese legali.
La prescrizione del diritto all’indennizzo è decennale e inizia dal giorno in cui termina il rapporto di lavoro. Ciò rende possibile una vasta gamma di professionisti che possono richiedere il pagamento delle ferie non godute durante la loro carriera. La situazione è particolarmente grave per alcuni professionisti che hanno accumulato un enorme numero di giorni di ferie non utilizzate, con richieste di indennizzo che possono arrivare fino a 117.000 euro, con riflessi anche a livello contributivo.
La carenza di personale nel settore sanitario ha creato un problema significativo delle ferie non godute per i medici italiani. Tuttavia, la giurisprudenza europea riconosce il diritto dei professionisti di ottenere l’indennizzo per le ferie non usufruite dopo la cessazione del rapporto di lavoro, offrendo una speranza per la tutela dei diritti dei professionisti sanitari.